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OLTRE LA FORMATTAZIONE… L’OVVIO (di Pietro Giorgio Chusei)


Paolo si alzò da terra e, con gli occhi aperti vide il nulla… e questo nulla era Dio? Meister Eckart
L’uomo vero senza limitazioni è un bastoncino per pulire gli escrementi. Lin-Chi
Il mondo è in mano agli ignoranti, per i quali l’ovvio è visto come il diavolo. Engaku Taino

Con quale delle citazioni sopra riportate ci si può identificare senza per questo averne né consapevolezza né padronanza?

Con quale trascendenza l’umano, nel mondo, si lascia cadere nel buco della latrina accogliendosi come puro escremento?

Si potrebbe rispondere che essere eccitazione corporea (cellule etc.) sia la condizione ovvia per lasciarsi trasportare dal flusso escrementale apparecchiato dal mondo ambiente per noi.

Eppure, anche per assaporare l’odore dell’essere scarto, ci è necessaria la ricezione reciproca degli apparati sensoriali per fa sì che la merda, l’ovvio dell’essere, si espanda all’unisono nel vuoto-forma percepito dal sentimento della soddisfazione procurato da una mente che non vuole, o non può, percepire l’ovvietà escrementale del suo essere transizione cosmica di elementi.

Mi sono trascinato in questa provocazione in seguito alla visione della pubblicità 8×1000 dell’UBI.

Essere merda, ȇtre de la merde, ser una mierda, be shit, shì gǒu shǐ, sei Scheiße.

Sembra facile avere a che fare con l’ovvio ed è per questo che gli uomini aspirano al complicato: quanto è profondo e misterioso penetrare nell’ovvio.

1 commento su “OLTRE LA FORMATTAZIONE… L’OVVIO (di Pietro Giorgio Chusei)”

  1. Penso che dovremmo essere tutti concordi che queste tre affermazioni di (Maister Eckhart, Lin-Chi ed Engaku Taino), sono degli “assolutismi”* che tuttavia, se pronunciati nel posto giusto, nel momento giusto e dalla persona giusta, possono risultare di enorme valore nel favorire, (o far precipitare subitamente) una incommensurabile e profonda intuizione al ben deciso praticante Zen che ha la fortuna di poterle ascoltare.
    * come “assolutismo”, intendo e cito, ad esempio, una frase del Vangelo attribuita a Gesù che dice:
    “ Chi non odia suo padre e sua madre,
    non può essere mio discepolo“.

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