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Sulla condivisione al termine della meditazione a distanza (di Paolo Shoju)

Abbiamo incominciato la meditazione a distanza nel maggio 2020, siamo quindi nel quarto anno di questa nostra storia.

In questi anni ci sono state diverse modifiche sul modo in cui tenevamo gli incontri e sulla parte finale di condivisione.

Ultimamente, vista la difficoltà di scambiare parole e pensieri al termine della meditazione a distanza, si è proposto di lanciare un tema qualche giorno prima dell’incontro perché possa poi essere il terreno comune su cui trovarsi.

L’idea non è che il nostro dire debba avere un legame esplicito allo zen ma con la nostra vita. Una possibilità da giocarsi così come nelle sesshin di agosto, per qualche anno, Taino ci aveva proposto di cantare una canzone. Non era semplice ma ci siamo prestati. Che possa essere anche questa un’occasione.

Abbiamo iniziato giovedì 6 aprile con lo scritto di Mario Calabresi che illustra il suo ultimo libro “Sarò la tua memoria”. L’attenzione è su quello che il giovane Joshua, ai giorni nostri, farà per una settimana per mettersi nei panni della nonna Andra, rinchiusa quando aveva quattro anni nel campo di Auschwitz Birkenau.

Giovedì 13 aprile si è partiti da una poesia di Nina Cassian (1914-2014).

Ginnastica mattutina

Mi sveglio e dico: sono perduta.              
È il mio primo pensiero all’alba.  
Comincio bene la giornata 
con questo pensiero assassino.

Signore, abbi pietà di me   
– è il secondo, e poi   
scendo dal letto   
e vivo come se  
nulla mi fosse accaduto.

Per l’incontro di giovedì 20 aprile il tema proposto è la canzone “Sally” di Vasco Rossi. 

Ne avevo solo un vago ricordo, in questi giorni l’ho ascoltata più volte in diverse versioni:

Riporto il testo della canzone:

Sally cammina per la strada senza nemmeno
Guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
Di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
Per ogni sua distrazione, debolezza
Per ogni candida carezza
Tanto per non sentire l’amarezza

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore

Sally cammina per la strada sicura
Senza pensare a niente
Ormai guarda la gente
Con aria indifferente
Sono lontani quei momenti
Quando uno sguardo provocava turbamenti
Quando la vita era più facile
E si potevano mangiare anche le fragole
Perché la vita è un brivido che vola via
è tutto un equilibrio sopra la follia
Sopra la follia

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore

Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso
Del tuo vagare
Forse davvero ci si deve sentire
Alla fine un po’ male
Forse alla fine di questa triste storia
Qualcuno troverà il coraggio
Per affrontare i sensi di colpa
E cancellarli da questo viaggio
Per vivere davvero ogni momento
Con ogni suo turbamento
E come se fosse l’ultimo

Sally cammina per la strada leggera
Ormai è sera
Si accendono le luci dei lampioni
Tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni
Ed un pensiero le passa per la testa
Forse la vita non è stata tutta persa
Forse qualcosa s’è salvato
Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
Forse era giusto così
Forse ma forse ma si

Cosa vuoi che ti dica io?
Senti che bel rumore

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