Qui (alla fine della pagina) si può ascoltare il Junkei di Antonello Ghenseki, dato all’incontro MaD del 27 marzo 2025.
Il tema della condivisione post MaD è stata la poesia “Le mani” di Lidia Chandra Candiani (da “La domanda della sete” Einaudi 2020), proposta così da Paolo Shōju: “La domanda che mi, e vi, faccio è sulla nostra carnalità e materialità come dimensione di contatto e conoscenza del mondo. Nella meditazione e nella dimensione trascendente dell’assoluto si lascia il corporeo che, fin tanto siamo in questa vita, è dimensione cui non possiamo sfuggire.”
Le mani
Le mani rotolano la terra
la farina l’acqua il sale
impastano, bevono
e distinguono, raccolgono,
addormentano, addomesticano
il dolore, accarezzano, come un gesto
che prende il posto del pensiero, i suoi
manovali. Le mani sono ricche e vuote
conoscono molte altre mani
e caldo e freddo e le voci le attraversano
e loro sanno buono quando è buono
e cattivo quando è cattivo.
Le mani perpendicolari al filo
si stendono sull’abisso e dicono:
stai quieto stai quieto,
come con un mare in burrasca.
Vecchie molto vecchie
le mani.