Qui (alla fine della pagina) si può ascoltare il Junkei di Umberto Hoei, dato all’incontro MaD del 9 gennaio 2025.
Il tema della condivisione post MaD proposto da Massimo Shidō è stato:
Il singolare “mestiere” di Chiara Trevisan: leggere libri agli sconosciuti. Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.
Il suo “ufficio” è un angolo qualunque di mondo in cui possano arrivare la sua bici e il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie.
In testa un buffo cappello blu a falde flosce, nella voce un frammento di vita da regalare al mondo.
Si definisce “lettrice vis-à-vis” e da cinque anni la potete trovare in piazza Carignano, a Torino, con la sua cesta di libri e una scatola piena di frasi scritte su quadrati di carta. “Scegline cinque – dice a chiunque si avvicini – In base a quelle che senti più tue, ti leggerò un brano.” Un saggio, un classico, un racconto di Hemingway, i versi della Szymborska, non importa: Chiara ti ruba l’anima e te la restituisce in forma di parole, riallacciando miracolosamente una relazione tra esseri umani a cui abbiamo rinunciato.
Non è una semplice performance e Chiara non è solo un’artista di strada. Chiara è una archeologa delle relazioni sociali, un’artigiana della cultura che, pazientemente, ricostruisce reti emotive attraverso il potere di un linguaggio universale.
In quest’epoca di tenebre attraversate da odio, violenza e ignoranza, in cui metà degli italiani dichiara orgogliosamente di non aver letto neanche un libro in un anno, in cui la cultura è tornata ad essere vista con sospetto, Chiara è una lanterna accesa all’angolo della strada.