Qui (alla fine della pagina) si può ascoltare il Junkei di Ileana Seikyū, dato all’incontro MaD di giovedì 14 novembre 2024.
Il tema della condivisione post-MaD, proposto da Gianfranco Myōhon, è il seguente testo:
…
Ma perché essere qui è molto, e perché sembra
che tutte le cose di qui abbiano bisogno di noi, queste effimere
che stranamente ci sollecitano. Di noi, i più effimeri.
Ogni cosa
una volta, una volta soltanto. Una volta e non più.
E anche noi
una volta. Mai più. Ma quest’essere
stati una volta, anche una volta sola,
quest’essere stati terreni pare irrevocabile.
E così ci affanniamo e lo vogliamo compiere,
vogliamo contenerlo nelle nostre semplici mani,
nello sguardo che ne trabocca e nel cuore che non ha parola.
Lo vogliamo diventare. A chi darlo? Meglio
tener tutto, per sempre… Ah, nell’altro rapporto, di là,
ahimé, che cosa portiamo? Non il guardare che qui
lentamente imparammo, e nessun avvenimento di qui.
Nessuno.
Allora le pene. Allora soprattutto quel senso di peso,
allora la lunga esperienza d’amore, – allora
soltanto quel che è indicibile. Ma poi
fra le stelle, che farne? son tanto meglio indicibili loro, le stelle.
Anche il viandante dal pendio della cresta del monte,
non porta a valle una manciata di terra,
terra a tutti indicibile, ma porta una parola conquistata,
pura, la genziana
gialla e blu. Forse noi siamo qui per dire: casa,
ponte, fontana, porta, brocca, albero da frutti, finestra,
al più: colonna, torre… Ma per dire, comprendilo bene,
oh, per dirle le cose così, che a quel modo, esse stesse, nell’intimo
mai intendevano d’essere. Non è forse l’astuzia segreta
di questa terra che sa tacere, quand’essa sollecita
gli amanti così,
che ogni cosa, ogni cosa si esalta nel loro sentire?
…
Rainer Maria Rilke, Nona elegia, vv. 10-38
(da Elegie Duinesi, trd. Enrico e Igea De Portu, Einaudi, To 1978, pp. 55-57)