Sono stato in Giappone per due settimane (Kyoto, Nara, Kobe e Tokyo).
Visto da turista, per un tempo limitato e con disponibilità economiche sufficienti (lo yen si è fortemente svalutato), il Paese è perfetto: gentilezza, puntualità, ordine, rispetto dell’ambiente; un particolare che la dice lunga: anche nelle città più grandi sono pressoché assenti i cestini per i rifiuti; ognuno li riporta a casa e li smaltisce secondo le regole. Non si può fumare all’aperto ma solo nelle “smoking area”, che sono pochissime e scarsamente indicate. Mia moglie mi ha fatto notare che alla stazione di Kyoto l’unico cellulare che suonava era il mio!
Non ho idea di come sia risiederci stabilmente; la sera tardi la metro è piena di lavoratori che rientrano a casa e i più dormono. Pare che l’alcolismo sia diffuso e che le giovani generazioni soffrano le regole fortemente “gerarchiche” della società ma chissà…
Ho visitato qualche monastero zen di città (Myoshinji, Tenryuji, e altri minori); bellissimi, specialmente i giardini che li circondano, ma fortemente condizionati dalle presenze turistiche e dalle scolaresche giapponesi (peraltro molto disciplinate). L’atmosfera zen “immaginata” stando in Occidente non l’ho trovata (ma può essere che in montagna tutto sia come un tempo). A Kobe sono stato a Shofukuji (vedi foto); lì la situazione è diversa perché è un monastero esplicitamente destinato alla formazione dei monaci e non sono ammesse visite se non concordate. È, però, per tre lati, praticamente circondato dalle case (aspetto già segnalato da altri occidentali che vi hanno soggiornato, anche a lungo) e quindi forse raggiunto in misura eccessiva dai suoni del mondo. Il tassista che ci ha caricati alla stazione non sapeva dove fosse e ha dovuto chiedere aiuto alla centrale.
Avendone sentito parlare più volte da Taino l’ho “osservato” forse con più partecipazione emotiva e affetto, senza dimenticare la durezza estrema della formazione del monaco così come poi si svolge davvero in quei luoghi dalla bellezza così rarefatta e senza tempo.
Shido grazie per le tue parole, come sempre essenziali, e per questo interessanti ed utili, efficaci ad avere un’idea dell’idea che ti sei fatto. Un saluto a mano giunte
Grazie Massimo,
Trovo la tua breve descrizione del soggiorno in Giappone mirabile ed imparziale.
Mi fa pensare che noi nella vecchia Europa,
Abend Land, (come dicono i tedeschi, cioè terra della sera o dell’ovest) e il Giapponesi che vivono nella terra conosciuta come quella del Sol Levante (o dell’est), si abbia ancora molto da imparare reciprocamente affinché (per così dire), tutti gli uomini (e donne ben inteso!) siano in grado di progredire armoniosamente verso mete più alte.