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“L’amico del deserto” di Pablo D’Ors (di Paolo Shōju)

L’ultima volta che sono stato a Milano (30 aprile 2024) ho trovato a casa di mia madre alcuni libri presi in prestito dalla biblioteca comunale da mia sorella Chiara, che negli ultimi anni frequenta un gruppo milanese di praticanti che si rifanno agli insegnamenti di Corrado Pensa. Tra i volumi c’era quello di Pablo D’Ors, L’amico del deserto pubblicato da Quodlibet. Si tratta di un piccolo libro, un romanzo che mi ha intrigato molto. Il volume si legge in un paio d’ore, narra di Pavel e di quello che gli succede, in mezzo al cammin di sua vita, quando comincia a interessarsi di deserti.

Riporto le note dal sito dell’editore:

Basta camminare nel deserto,

solo camminare nel deserto,

per diventare un altro.

Pavel viene a conoscenza di una fantomatica «Associazione amici del deserto» con sede a Brno, i cui adepti percorrono e studiano tutti i deserti del mondo. Dopo un lungo e ostinato apprendistato riesce infine a farne parte, conoscendo soci incomprensibili, guide scorbutiche e carezzevoli signore. In un clima minaccioso e gravido di misteriose conseguenze, inizia un’avventura spirituale dall’esito inaspettato.

L’autore, Pablo d’Ors (Madrid 1963) è sacerdote, scrittore e, per designazione espressa di Papa Francesco, consigliere culturale del Vaticano. Nel 2014, dopo aver conosciuto Franz Jalics, fonda l’associazione «Amigos del Desierto», il cui scopo è approfondire e promuovere la pratica della meditazione. 

Nel libro non si parla di religione, ma della malia che prende Pavel per il deserto. Parla di quello che gli succede, dei passaggi della sua vita che cambia. Una fiaba per cercatori.

Nelle pagine finali, parla così delle stelle del Shara:

“Nelle notti di gennaio il cielo del Shara, come un lenzuolo nero costellato di luci bianche, non assomiglia al cielo di nessun altro luogo geografico. La quantità delle sue stelle è così smisurata che agli occhi umani il cielo del deserto appare come un’unica, colossale stella in cui quà e là compaiono macchie nere a ricordare quel sipario di fondo che è il firmamento.”

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